in your light
FARIBA KARIMI
in dialogo con Marilù Eustachio
28 ottobre – 27 dicembre 2025
a cura di Pamela Berry
inauguarzione 28 ottobre alle ore 18:00
Marilù Eustachio e Fariba Karimi: un legame artistico interculturale
Quando l’artista italiana Marilù Eustachio incontrò Fariba Karimi, una giovane artista iraniana arrivata a Roma intorno al 2009, la loro presentazione attraverso un amico comune scatenò una connessione improbabile ma profonda. Colpite dalle sensibilità reciproche, quello che iniziò come una semplice richiesta—Eustachio che chiese a Karimi di aiutarla ad archiviare le sue opere—sbocciò in un rapporto che trascende il tipico mentoring artistico.
Karimi inizialmente obbiettava di essere un’artista, non un’archivista. Ma Eustachio insistette, e la loro collaborazione divenne il fondamento per qualcosa di più profondo: una legame di amicizia basato su una visione creativa condivisa e reciproca comprensione.
Due generazioni, uno sguardo
Il loro dialogo artistico attraversa decenni di impegno femminista. Eustachio, nata nell’Alto Adige montano nel 1934, emerse durante il movimento dei diritti delle donne degli anni ‘60 e ‘70, sviluppando il suo impegno a Roma pur mantenendo le sue radici alpine, ritornandovi ogni estate. La sua opera figurativa sfidava le rappresentazioni tradizionali, usando elementi espressivi che andavano oltre la mera rappresentazione per esplorare dimensioni nuove sia fisiche che emotive.
Karimi, nata a Tabriz nel 1981, il cui al linguaggio dell’astrazione potrebbe sembrare lontano anni luce, condivide invece con Eustachio un’intuizione sofisticata delle dinamiche spaziali. Dove Eustachio cattura il movimento attraverso la figura umana, Karimi libera il movimento dai vincoli figurativi, sviluppando forme dinamiche che elaborano un autonomo impatto emotivo. Entrambe sanno come attivare lo spazio nelle loro composizioni attraverso equilibri di forme, stratificazioni di profondità e ritmi visivi che orientano l’occhio.
L’immediatezza del segno
La pratica del disegno di Eustachio rivela un’artista che abbraccia l’immediatezza. La sua scelta di inchiostro, carboncino, pastelli e olio—materiali decisi che richiedono fiducia—riflette un’artista che si fida dei suoi propri istinti. Ogni segno deve essere intenzionale; non c’è spazio per l’esitazione. L’interazione tra tratti rapidi e decisi e passaggi contemplativi crea un ritmo che rispecchia il pensiero umano stesso.
L’energia cinetica di Karimi emerge diversamente ma con uguale convinzione. Le sue forme astratte incarnano il dinamismo nella loro stessa struttura, creando percorsi visivi che portano gli spettatori attraverso un’orchestrazione accuratamente costruita. Entrambi gli approcci richiedono una consapevolezza profonda di come catturare e trasmettere energia—che sia attraverso il disegno gestuale immediato o la coreografia deliberata di elementi astratti.
Una famiglia scelta e un’eredità vivente
La loro amicizia assunse un significato più profondo quando l'acuirsi della situazione politica in Iran impedisce il ritorno di Karimi al suo paese. Entrambe le donne, vivendo senza la vicinanza della famiglia, trovarono l’una nell’altra qualcosa di essenziale—non solo una intuizione artistica condivisa ma anche genuino sostentamento emotivo.
Per Eustachio, scoprire una giovane artista in grado di apprezzare la sua eredità e allo stesso tempo di portare nuova energia creativa deve essere stato come riconoscere una figlia creativa. Per Karimi, costretta ad abbandonare la sua patria durante un periodo di crisi, la sua amicizia con un’artista affermata le ha fornito sia una guida che un rifugio spirituale.
La connessione tra Eustachio e Karimi dimostra che relazioni artistiche significative possono emergere dalle circostanze più inaspettate. Il loro legame—approfondito dalla solitudine condivisa e rafforzato dal rispetto reciproco—mostra come gli spiriti creativi possano incontrarsi e nutrirsi a vicenda nonostante differenze di età, cultura e approccio. Nel loro dialogo tra espressione figurativa e astratta, hanno creato qualcosa di raro: una relazione che unisce sia la visione artistica individuale che con il bisogno umano profondo di appartenenza e legame.
BIOGRAFIA
Fariba Karimi
FARIBA KARIMI_nasce a Tabriz-Iran (1981). Vive e lavora a Roma. Si forma presso il liceo artistico di Tehran e si laurea in Pittura nel 2006 all’Università di Arte a Tehran. Si diploma in Pittura nel 2014 all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Marilù Eustachio
Ama il tuo sogno
9 luglio – 28 settembre 2025
a cura di Pamela Berry
inauguarzione 9 giugno alle ore 19
La Galleria Heimat è lieta di annunciare “Ama il tuo sogno”, la prima grande mostra interamente dedicata all’opera fotografica in formato Polaroid di Marilù Eustachio, artista italiana tra le voci più singolari del nostro secondo Novecento. L’esposizione riunisce oltre 400 fotografie realizzate dagli anni Sessanta in poi (molte delle quali disposte in serie di sei immagini lasciate nelle sequenze originali composte dell’artista) e include anche quattro stampe in grande formato dal potente impatto cromatico. Un corpus straordinario che mette in luce una produzione fino ad oggi poco esplorata, ma essenziale per comprendere appieno la sua ricerca estetica e filosofica.
Una poetica dell’immagine tra fotografia e pittura
Conosciuta principalmente per la sua pittura, Marilù Eustachio ha sviluppato un linguaggio fotografico autonomo e profondamente personale, nel quale la Polaroid non è un semplice mezzo documentario ma diventa strumento di indagine per percepire, analizzare e comprendere la natura della realtà.
Come ha osservato la storica dell’arte Marina Miraglia, “la fotografia ha costituito e costituisce una fase di ricerca di particolare rilevanza perché, attraverso una lunga pratica iniziata a partire dagli anni Sessanta con l’uso della polaroid, è diventata per la Eustachio modello e prototipo dell’immagine, forma primaria di conoscenza, guida nei meccanismi di addomesticamento del reale alla propria coscienza e alla propria sensibilità estetica”.
Lungi dall’essere immagini fugaci o decorative, queste fotografie rivelano un rigore analitico e filosofico che si esprime in sequenze, variazioni luminose, trasparenze stratificate, cromie opalescenti e inquadrature mutevoli. Le sue Polaroid indagano la materia del mondo – nudi, nature morte, ritratti – con un approccio che i critici hanno definito una vera e propria “forma primaria di conoscenza”: una visione estremamente poetica e intuitiva ma saldamente radicata ad un preciso e sistematico modus operandi.
Secondo Arnold Tribus, “la fotografia per Marilù Eustachio non è un ausilio, ma un campo di attività ben definito”. La sua arte libera gli oggetti dalle proprietà fisiche – peso, densità, consistenza – per trasformarli in pura energia luminosa, dando vita a un universo visivo in cui colore, forma e luce sembrano rivelare l’ineffabile mistero del reale.
Questo approccio si manifesta nella sua meticolosa analisi dei singoli soggetti e nell’uso pionieristico delle sequenze fotografiche da cui emerge, nota ancora la Miraglia, “lo studio attento delle infinite variazioni che un determinato oggetto o una determinata realtà possono, come si sa, subire a seconda dell’incidenza della luce, dell’inquadratura e della diversa organizzazione delle varie coordinate spazio-temporali della ripresa”.
Anche Brunella Buscicchio Scherer sottolinea come questo lavoro fotografico costituisca “un intreccio di segni e parole simile a quello dei suoi taccuini, in cui arte e vita quotidiana si fondono in un’esperienza vissuta come ‘scoperta’ e
continua ‘sorpresa’. L’urgenza espressiva del fotografare per la Eustachio è analoga a quella del dipingere: ogni immagine è un atto poetico, una riflessione sul tempo, sulla percezione e sulla realtà stessa”.
“Ama il tuo sogno”: un manifesto artistico
Il titolo della mostra, tratto dall’evocativa poesia “Canzone” di Ezra Pound, della cui opera Marilù era profonda e appassionata ammiratrice, riflette perfettamente lo spirito visionario e la tensione ideale che attraversano tutta l’opera fotografica di Marilù Eustachio. Questo invito – Ama il tuo sogno – è al tempo stesso programma poetico e dichiarazione di intenti: un appello a riconoscere nella creazione artistica un atto di libertà, un mezzo per superare le apparenze e accedere a una verità più profonda.
Attraverso un uso innovativo del colore, della luce e della composizione, la mostra ci guida in un percorso che intreccia riflessione intellettuale e intuizione sensibile. Le Polaroid della Eustachio non sono frammenti statici, ma luoghi di passaggio, spazi sospesi tra il visibile e l’invisibile, in cui lo sguardo si esercita e si affina.
In questa raccolta, la fotografia e la pittura dialogano costantemente, nutrendosi a vicenda per osmosi e testimoniando una pratica artistica coerente, unica, radicale. Il visitatore sarà accompagnato in un viaggio visivo che, come la poesia da cui prende il titolo, invita a non smettere mai di interrogare il mondo, cercando nella bellezza un modo per pensare – e forse persino di amare – la realtà.
1 Marina Miraglia, Marilu Eustachio fra pittura e fotografia, personale alla Galleria La Nuova Pesa, Roma gennaio 1994; 2 Arnold Tribus, libro di fotografie: “Et in Arcadia ego” per la edizione “Holz” Arunda, Bolzano, 1993; 3 Brunella Buscicchio Scherer, La mostra fotografica di Marilù Eustachio: Maresole. La Galleria Doozo, Roma, settembre 2014
Marilù Eustachio (Merano, 1934–Roma, 2024) è stata una delle figure più originali della scena artistica italiana contemporanea. Nota per la sua pittura visionaria e per una raffinata pratica del disegno, ha sviluppato parallelamente un intenso lavoro fotografico pionieristico rimasto a lungo poco noto.
Nei suoi lavori, la Eustachio ha intrecciato riferimenti letterari, riflessioni filosofiche e sensibilità estetica in un linguaggio espressivo coerente e riconoscibile. Ha vissuto e lavorato a Roma, mantenendo però un forte legame con la sua terra d’origine, la Val Venosta, che ha sempre rappresentato per lei il sentimento più intimo di “casa”.
Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private e sono state esposte in Italia e all’estero.
Gianna Parisse
Brevemente risplendiamo sulla terra
10 aprile – 31 maggio 2025
(prorogata fino al 21 giugno)
a cura di Nicoletta Provenzano
La galleria Heimat è lieta di presentare la mostra personale di Gianna Parisse Brevemente risplendiamo sulla terra, a cura di Nicoletta Provenzano.
La mostra, ispirata dal romanzo di Ocean Vuong da cui prende il titolo, espone un nucleo di fotografie di grande formato e immagini proiettate appartenenti all’archivio Mundus, indagine sui luoghi di Amatrice dopo il terremoto del 24 agosto 2016. Nell’osservazione e classificazione di alberi, pietre e oggetti quotidiani familiari, l’artista, tramite l’uso di uno scanner, cattura l’impressione atmosferica e restituisce una presa di realtà avvolta in un abisso di luce, dal quale emergono le tracce di una materia memoriale un attimo prima che si perdano nei mutamenti del vivere.
Abbacinati da un universo conosciuto che risplende nella fragilità dell’esistenza, i soggetti delle opere di Gianna Parisse sono testimonianza di una presenza aleggiante nell’aria, profonda quanto una nebbia lucente.
Nelle corporeità vegetali, minerali e oggettuali stagliate nel bianco, l’artista ricompone i frammenti di ciò che resiste al tempo e allo spazio, sospendendoli per confortare e ristabilire la loro identità vulnerabile e caduca.
I rami spogli di un meleto, pietre e antiche stoviglie compongono un ritmico procedere in tre tempi che sembra dilatare l’esperienza terrena in una sfumatura sfuggente e risplendente, consegnandola ad un intreccio rifondato tra natura e umanità.
Sperduti nel bagliore, le orme segniche degli oggetti e degli elementi di natura diventano gli ultimi fulgori infranti consegnati alla leggerezza, che ora condensano una materia cosmica, si fanno limine tra abisso e immensità, tra aprico e opaco.
Nella mostra Brevemente risplendiamo sulla terra Gianna Parisse cattura istanti di un mondo soffuso di ricordi, di mutamenti e rovesciamenti, un universo di natura e di oggetti familiari che perdono i contorni per sopravvivere come desiderio di purezza e atto di resistenza.
BIOGRAFIA
Gianna Parisse
Artista, architetta, PhD, per molti anni si dedica alla ricerca architettonica, concepita come relazione tra arte e architettura. Più recentemente, si diploma in pittura e si specializza in grafica d’arte, tecnologia dei materiali cartacei, all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha esposto in Italia e all'estero: in Germania a Dresda, in Corea a Seoul, negli USA a New York.