Marilù Eustachio
Ama il tuo sogno
9 luglio – 28 settembre 2025
a cura di Pamela Berry
La Galleria Heimat è orgogliosa di esporre “Ama il tuo sogno”, la prima grande mostra interamente dedicata all’opera fotografica in formato Polaroid di Marilù Eustachio, artista italiana tra le voci più singolari del nostro secondo Novecento. L’esposizione riunisce oltre 400 fotografie realizzate dagli anni Sessanta in poi (molte delle quali disposte in serie di sei immagini lasciate nelle sequenze originali composte dell’artista) e include anche quattro stampe in grande formato dal potente impatto cromatico. Un corpus straordinario che mette in luce una produzione fino ad oggi poco esplorata, ma essenziale per comprendere appieno la sua ricerca estetica e filosofica.
Una poetica dell’immagine tra fotografia e pittura
Conosciuta principalmente per la sua pittura, Marilù Eustachio ha sviluppato un linguaggio fotografico autonomo e profondamente personale, nel quale la Polaroid non è un semplice mezzo documentario ma diventa strumento di indagine per percepire, analizzare e comprendere la natura della realtà.
Come ha osservato la storica dell’arte Marina Miraglia, “la fotografia ha costituito e costituisce una fase di ricerca di particolare rilevanza perché, attraverso una lunga pratica iniziata a partire dagli anni Sessanta con l’uso della polaroid, è diventata per la Eustachio modello e prototipo dell’immagine, forma primaria di conoscenza, guida nei meccanismi di addomesticamento del reale alla propria coscienza e alla propria sensibilità estetica”.
Lungi dall’essere immagini fugaci o decorative, queste fotografie rivelano un rigore analitico e filosofico che si esprime in sequenze, variazioni luminose, trasparenze stratificate, cromie opalescenti e inquadrature mutevoli. Le sue Polaroid indagano la materia del mondo – nudi, nature morte, ritratti – con un approccio che i critici hanno definito una vera e propria “forma primaria di conoscenza”: una visione estremamente poetica e intuitiva ma saldamente radicata ad un preciso e sistematico modus operandi.
Secondo Arnold Tribus, “la fotografia per Marilù Eustachio non è un ausilio, ma un campo di attività ben definito”. La sua arte libera gli oggetti dalle proprietà fisiche – peso, densità, consistenza – per trasformarli in pura energia luminosa, dando vita a un universo visivo in cui colore, forma e luce sembrano rivelare l’ineffabile mistero del reale.
Questo approccio si manifesta nella sua meticolosa analisi dei singoli soggetti e nell’uso pionieristico delle sequenze fotografiche da cui emerge, nota ancora la Miraglia, “lo studio attento delle infinite variazioni che un determinato oggetto o una determinata realtà possono, come si sa, subire a seconda dell’incidenza della luce, dell’inquadratura e della diversa organizzazione delle varie coordinate spazio-temporali della ripresa”.
Anche Brunella Buscicchio Scherer sottolinea come questo lavoro fotografico costituisca “un intreccio di segni e parole simile a quello dei suoi taccuini, in cui arte e vita quotidiana si fondono in un’esperienza vissuta come ‘scoperta’ e continua ‘sorpresa’. L’urgenza espressiva del fotografare per la Eustachio è analoga a quella del dipingere: ogni immagine è un atto poetico, una riflessione sul tempo, sulla percezione e sulla realtà stessa”.
“Ama il tuo sogno”: un manifesto artistico
Il titolo della mostra, tratto dall’evocativa poesia “Canzone” di Ezra Pound, della cui opera Marilù era profonda e appassionata ammiratrice, riflette perfettamente lo spirito visionario e la tensione ideale che attraversano tutta l’opera fotografica di Marilù Eustachio. Questo invito – Ama il tuo sogno – è al tempo stesso programma poetico e dichiarazione di intenti: un appello a riconoscere nella creazione artistica un atto di libertà, un mezzo per superare le apparenze e accedere a una verità più profonda.
Attraverso un uso innovativo del colore, della luce e della composizione, la mostra ci guida in un percorso che intreccia riflessione intellettuale e intuizione sensibile. Le Polaroid della Eustachio non sono frammenti statici, ma luoghi di passaggio, spazi sospesi tra il visibile e l’invisibile, in cui lo sguardo si esercita e si affina.
In questa raccolta, la fotografia e la pittura dialogano costantemente, nutrendosi a vicenda per osmosi e testimoniando una pratica artistica coerente, unica, radicale. Il visitatore sarà accompagnato in un viaggio visivo che, come la poesia da cui prende il titolo, invita a non smettere mai di interrogare il mondo, cercando nella bellezza un modo per pensare – e forse persino di amare – la realtà.
1 Marina Miraglia, Marilu Eustachio between painting and photography, solo exhibition at Galleria La Nuova Pesa, Rome January 1994; 2 Arnold Tribus, “Et in Arcadia ego” for the “Holz” Arunda edition, Bolzano, 1993; 3 Brunella Buscicchio Scherer, Marilù Eustachio’s photography exhibition: Maresole. Doozo Gallery, Rome, September 2014
Testo di Pamela Berry, a cura di Alessandro Tusset di Collalto